Descrizione
Nella seduta del 20 maggio, il Consiglio comunale di Riccione sarà chiamato a discutere la proposta di delibera n. 28/2025, con cui l’Amministrazione comunale intende adeguare la propria disciplina urbanistica alle disposizioni regionali e nazionali in materia di condhotel, eliminando una limitazione precedente non prevista dalla normativa sovraordinata.
La proposta ha l’obiettivo di correggere una restrizione introdotta con la delibera consiliare n. 30/2019, che consentiva la destinazione a uso residenziale solo in forma “temporanea”. Tale vincolo non trova riscontro né nella Legge Regionale n. 3/2019 né nella normativa nazionale, e viene pertanto considerato non solo superfluo, ma potenzialmente privo di legittimità. L’Amministrazione si limita dunque a recepire correttamente la legge, riportando la disciplina comunale nel perimetro della normativa vigente.
Nel dettaglio, il modello condhotel consente – secondo la normativa statale e regionale – che fino al 40% della superficie utile complessiva ricettiva possa essere destinata a unità abitative residenziali, siano esse temporanee o permanenti, mantenendo in ogni caso una gestione unitaria e integrata.
La superficie utile complessiva ricettiva, ai fini del calcolo, comprende camere, suite, junior suite, unità bicamera e alloggi con uso cucina, oltre ai relativi servizi igienici, disimpegni interni, logge, verande e corridoi esterni esclusivamente destinati all’accesso agli alloggi, come risultanti dall’ultimo atto autorizzatorio della struttura ricettiva.
In caso di interventi che prevedano premialità urbanistiche, come ad esempio ampliamenti connessi a interventi di efficientamento energetico o miglioramento sismico, la percentuale massima del 40% viene calcolata sull’intero progetto post-riqualificazione, comprensivo delle superfici incentivanti, come previsto dall’art. 4, comma 3 della LR 3/2019.
Con questo adeguamento, l’Amministrazione intende favorire la rigenerazione edilizia delle strutture alberghiere esistenti, offrendo un quadro chiaro e coerente per interventi di riqualificazione qualificata, senza favorire derive che portino a una diffusione incontrollata della funzione residenziale. In particolare, si evita di legittimare interpretazioni estensive basate sul concetto di “marginalità” applicato indiscriminatamente, che renderebbe difficile il controllo del carico urbanistico e rischierebbe di compromettere l’equilibrio tra funzioni turistiche e residenziali.
Il condhotel non è uno strumento per incrementare la residenza, ma un modello normato e circoscritto che consente di sostenere economicamente il rilancio dell’offerta alberghiera, garantendo qualità, sostenibilità e coerenza con le strategie regionali per il territorio.
La proposta in discussione conferma dunque la volontà dell’Amministrazione di operare nel solco della legalità e della pianificazione responsabile, offrendo al tempo stesso agli operatori strumenti trasparenti per investire nella trasformazione dell’esistente, secondo criteri di qualità urbana e sostenibilità.
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Ultimo aggiornamento: 15 maggio 2025, 11:06