Descrizione
Quasi settecento studenti del Liceo Volta–Fellini e dell’Istituto Alberghiero Savioli hanno partecipato questa mattina, al Cinepalace, all’incontro con Pietro Grasso, ex presidente del Senato e già procuratore nazionale antimafia, che ha dedicato gran parte della sua carriera alla lotta contro la criminalità organizzata. I ragazzi, distribuiti in più sale e con la sala 5 collegata in diretta streaming, hanno partecipato all’appuntamento che rientra nel programma di “Anticorpi. La cultura contro le mafie”, la rassegna promossa dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini.
Grasso ha incontrato gli studenti prima della proiezione del film “La Camera di Consiglio” (Italia, 2025, 107’), con Sergio Rubini e Massimo Popoli, che ripercorre i trentacinque giorni di reclusione blindata dei giudici popolari e togati durante le fasi conclusive del maxiprocesso di Palermo: un periodo segnato da altissima tensione e da una responsabilità storica enorme, in cui sei giudici popolari furono chiamati a decidere le sorti di quasi 470 imputati di mafia. Nel luglio del 1985, proprio in vista del maxiprocesso che avrebbe segnato la storia della Repubblica Italiana, Grasso fu chiamato da Francesco Romano, allora presidente del Tribunale di Palermo e pochi mesi dopo accettò l’incarico, venendo designato giudice a latere.
La sindaca Daniela Angelini ha aperto l’incontro e portato il saluto dell’amministrazione comunale, sottolineando il valore della rassegna e del progetto che semina anticorpi contro la criminalità, promuove la conoscenza dei meccanismi della giustizia e degli eventi che hanno segnato la storia della nostra Repubblica, contribuendo a formare ragazzi e futuri cittadini responsabili, consapevoli e liberi.
La vicesindaca Sandra Villa ha rimarcato il ruolo fondamentale dell’Osservatorio, ricordando agli studenti che il Comune di Riccione, insieme agli altri Comuni della provincia, ne fa parte e ne sostiene l’attività di studio, analisi e prevenzione delle infiltrazioni mafiose, oltre alla promozione di iniziative per la diffusione della cultura della legalità.
Il presidente del Consiglio comunale Simone Gobbi ha ringraziato Massimiliano Giometti per aver reso possibile questa importante giornata, voluta dall’amministrazione. Ha poi ricordato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, magistrati simbolo della lotta a Cosa Nostra, uccisi nel 1992 nelle stragi di Capaci e via D’Amelio, citando la celebre frase di Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Un messaggio rivolto ai ragazzi, protagonisti del futuro, cui è dedicata l’intera iniziativa.
L’intervista di Roberto Zaccaria a Pietro Grasso
L’incontro con Pietro Grasso è stato aperto e moderato da Roberto Zaccaria, professore universitario di diritto costituzionale, politico ed ex presidente Rai.
Grasso ha raccontato agli studenti l’episodio che lo ha spinto, da ragazzo, a scegliere la strada della magistratura: nel 1948, la tragica vicenda di Giuseppe Letizia, un giovanissimo pastore di Corleone. Mentre pascolava il suo gregge sulle colline, il ragazzo si ritrovò, senza volerlo, ad assistere all’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto, sequestrato e ucciso dalla mafia. Sconvolto da ciò che aveva visto, Giuseppe iniziò a stare male, perse conoscenza e fu portato dal padre all’ospedale, dove morì pochi giorni dopo. Una morte che colpì profondamente Grasso: emerse infatti che il direttore dell’ospedale in cui il bambino era ricoverato era Michele Navarra, figura di spicco della mafia corleonese. Una storia simbolica della brutalità del potere mafioso e dell’omertà che lo circondava, che spinse Grasso a dedicare la propria vita alla giustizia.
Intervistato da Zaccaria, Grasso ha poi ripercorso alcune tappe decisive della sua carriera. A soli 24 anni diventa magistrato, avviando un percorso che lo impegnerà per 43 anni all’interno della giustizia italiana, prima di entrare in politica e portare in Parlamento la propria esperienza maturata nella lotta alle mafie. Da senatore, infatti, il suo primo impegno legislativo riguarda proprio una legge sul reato di falso in bilancio, un contributo diretto al rafforzamento degli strumenti di legalità e di anticorruzione.
Raccontando come sia arrivato a Palermo, Grasso ha ricordato che il trasferimento avvenne dopo l’omicidio del procuratore della Repubblica Pietro Scaglione, evento che lasciò vacante un posto in Procura. Superato il concorso, Grasso diventa così sostituto procuratore della Repubblica, ruolo che ricoprirà per dodici anni. Tra le vicende vissute in quegli anni, ha ricordato il giorno dell’Epifania del 1980, segnato dall’omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella: fu in quell’occasione che conobbe il fratello, Sergio Mattarella, allora professore universitario. I due si ritroveranno 35 anni dopo, quando Grasso, in qualità di presidente supplente della Repubblica, consegnerà proprio a Sergio Mattarella la presidenza della Repubblica italiana.
Alla domanda sul suo ruolo nel maxiprocesso, Grasso ha raccontato di quando, nel luglio del 1985, durante una breve vacanza, ricevette la telefonata del presidente del Tribunale di Palermo, Francesco Romano, che gli chiedeva la disponibilità a fare da giudice a latere nel grande processo contro Cosa Nostra. Una scelta che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita: mesi di scorta, isolamento e condizioni di lavoro assimilabili a una forma di reclusione, affrontati grazie al sostegno costante della moglie, con la quale ha condiviso sessant’anni di vita.
Il film “La Camera di Consiglio”
Il film “La Camera di Consiglio” racconta proprio ciò che accadde dentro la camera di consiglio del maxiprocesso, l’unico ambiente non aperto al pubblico. Una camera che rimase chiusa per 35 giorni, un record assoluto, nella quale otto persone – sei giudici popolari estranei al mondo della giustizia e due giudici togati – furono chiamate a decidere il destino di centinaia di imputati in un clima di enorme responsabilità.
Grasso ha contribuito al film con una consulenza giuridica, ricordando anche come venne costruita l’aula bunker in soli sette mesi, perché non esisteva uno spazio abbastanza grande da ospitare un processo di quelle dimensioni. È stato ricostruito anche il piccolo cortile che Grasso volle fortemente all’interno dell’aula, un luogo dove giudici popolari e togati potessero respirare aria fresca, all’aperto, vedere il cielo, una valvola di sfogo durante le settimane di isolamento. Per l’intera durata della camera di consiglio, inoltre, fu previsto un cuoco di fiducia che preparava i pasti ai giudici, dal momento che nessuno di loro poteva lasciare quegli spazi fino alla fine dei lavori.
Contenuti correlati
- Misure emergenziali anti-smog: stop ai diesel Euro 5 dall’11 al 12 dicembre
- Toni Servillo a Riccione: biglietti ancora disponibili per il doppio appuntamento dedicato a Enzo Moscato
- “Arte fuori dal Comune”: le opere di William Zanca negli spazi del municipio di Riccione
- Palestra di viale Abruzzi: approvato il progetto esecutivo del primo stralcio per l’ampliamento e la riqualificazione
- Riccione, il cuore dell’hip hop: siglato l’accordo per il triennio 2026–2028 per il Mc Hip Hop Contest
- Il cantiere del nuovo viale Ceccarini avanza tra messa in sicurezza dei pini storici e infrastrutture di nuova generazione
- “Una storia di autismo normale” per riflettere, capire e sorridere insieme ai Terconauti
- Alert system, al via le iscrizioni al nuovo sistema di allertamento meteo locale di Cattolica, Coriano, Misano Adriatico, Riccione e San Giovanni in Marignano
- Una grande folla al porto canale per la benedizione della Natività sulla Saviolina e l’accensione del Riccione Christmas Tree
Ultimo aggiornamento: 10 dicembre 2025, 13:05